Domenica primo marzo era festa di St. David, il patrono del Galles, il Paese dove vivo nel Regno Unito. Al mattino mi sono recata alla chiesetta del mio villaggio che risale al 1100 e si erge sulla cima di un promontorio nel centro del paese. La messa era celebrata per meta’ in lingua celtica in onore di Saint David, monaco gallese vissuto nel 500 e considerato un San Francesco locale per il suo amore verso gli animali e la regola ispirata ad una vita semplice e ascetica. Quando i fedeli hanno intonato gli inni in celtico, io mi sono guardata attorno un po’ perplessa. Nonostante gli innumerevoli tentativi, questa lingua non riesco ancora a ‘masticarla’. E’ gutturale e dura quanto le miniere di carbone che abbondano in queste valli. Per un istante mi sono sentita un ‘pesce fuor d’acqua’. Ma poi ecco: tra me e me considero che i Celti sono vissuti anche la’ dove sono nata, nell’Italia orientale, dove ancora sussistono le loro tracce in certi suoni e vocaboli del dialetto veneto e forse non sono poi cosi’ alieni dalle mie radici e dal mio DNA. L’estraniamento iniziale si e’ cosi’ piano piano stemperato e, seppur titubante, mi sono unita al coro della piccola comunita’. L’intera storia la potete leggere sul mio blog www.laumassa.blogspot.com Vorrei anche sapere qualcosa di voi che mi ascoltate. Siete italiani che vivete all’estero? Qual e’ la vostra esperienza? E’ simile alla mia o diversa? Vi piace cio’ che racconto? Mi piacerebbe davvero ricevere i vostri commenti, sul mio blog o sul sito www.italianlearnerforum.weebly.com Ciao!
Questa mattina nelle acque di una vasca idromassaggio in Sussex, i miei piedi hanno urtato contro quelli di una signora dai capelli color platino e gli occhi grandi e scuri.“Mi scusi...” ma poi mi correggo “oh, sorry!”
“Anch’io sono italiana” risponde la signora “e mi scuso per il mio orribile accento inglese.” La signora mi racconta la sua storia. Si chiama Francesca, 75 anni di eta’, ed e’ figlia di emigranti italiani. I genitori se n’erano andati da un villaggio vicino a Lucca negli anni 30. Come molti connazionali, la poverta’ e la fame li avevano spinti a cercare lavoro oltre Manica. Cominciarono con un piccolo business di fish and chips, pesce e patate. Allo scoppio della guerra l’Italia e l’Inghilterra si ritrovarono nemici. L’Italia si era alleata con la Germania di Hitler, mentre l’Inghilterra con la Russia di Stalin. Per ordine di Churchill tutti i maschi italiani di eta’ compresa tra i 17 e i 70 anni furono radunati nel cuore della notte e internati in campi di prigionia inglesi. Il padre di Francesca fu rinchiuso nell’Isola di Man, nel mare d’Irlanda.Torno’ in Italia ma solo per morire, a causa delle privazioni e le sofferenze vissute in prigionia. Leggete la storia completa su www.laumassa.blogspot.com |
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A Day in ItalianLaura MassarottoI am a native Italian speaker living in Wales with a vast experience of teaching Italian to all levels via Skype. Archives
July 2015
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